L’estate appena iniziata ha segnato il ritorno a pieno regime delle attività per la musica dal vivo: la ripresa del settore live non ha riguardato solo i musicisti, ma anche i DJ, categoria che – tra quelle interessate dallo stop alle pubbliche esibizioni imposte per arginare il diffondersi della pandemia – è stata senza dubbio la più colpita.
Quella dei DJ set è una pratica che, soprattutto negli ultimi anni, grazie alle nuove soluzioni offerte dal settore pro audio sta interessando non solo i grandi club deputati a ospitare gli assi della consolle internazionali, ma – proprio come i concerti – tutti gli spazi dedicati alla socialità, dai circoli ricreativi alle feste private, passando per locali pubblici come pub, ristoranti, stabilimenti balneari e circoli sportivi fino alle feste private. In tanti, soprattutto tra i giovanissimi, si stanno cimentando nell’attività di disc jockey, chi per passione chi con la speranza di farlo diventare, prima o poi, un vero lavoro. Attenzione, però, perché una consolle, un impianto audio e tanta buona musica non sono gli unici dettagli a cui deve badare un DJ: ecco, di seguito, una serie di FAQ curate da SCF – società che in Italia gestisce la raccolta e la distribuzione dei compensi dovuti ai produttori discografici per l’utilizzo in pubblico di musica registrata – per organizzare il vostro DJ set a norma di legge.
DJ SET E LICENZE COME ESSERE IN REGOLA
1) quali licenze sono necessarie perché un DJ set sia a norma di legge?
Per svolgere l’attività di Deejay, anche con natura occasionale, occorre acquisire la licenza per la “copia tecnica”, ossia la riproduzione dei brani che si andranno a suonare durante il dj-set sui propri device e archivi di memoria.
2) Dove è possibile ottenere la licenza? Quanto costa?
La licenza può essere acquisita on-line sul sito SIAE all’indirizzo www.siae.it e presso tutti gli sportelli SIAE attivi sul territorio; il compenso annuo complessivo è di 279€ (oltre IVA) di cui 199€ per diritti d’autore (SIAE) e 80€ per diritti connessi (SCF).
3) Per quanto tempo si resta coperti dall’acquisizione della licenza?
La licenza ha durata dalla data di sottoscrizione e fino al 31 dicembre dello stesso anno.
4) anche i diritti connessi? Cosa sono?
I diritti connessi sono i diritti che spettano alle case discografiche e agli artisti interpreti ed esecutori per lo sfruttamento economico dell’opera registrata su supporto fisico o digitale (interpretazione eseguita dall’artista grazie all’investimento e all’organizzazione imprenditoriale di un produttore). Sono quindi complementari al diritto d’autore che spetta ad autori, compositori ed editori per lo sfruttamento economico dell’opera dell’ingegno, intesa in senso astratto, così come immaginata e composta (la partitura musicale e/o il testo letterario). Per svolgere l’attività di deejay in piena regola occorre pertanto acquisire entrambe le licenze.
5) La licenza è necessaria nel caso in cui il DJ set si tenga nell’ambito di una festa privata ?
La licenza è sempre necessaria quando si presta l’attività di Deejay, a titolo gratuito od oneroso, occasionalmente o con carattere di professionalità, indipendentemente dalla location e dal contesto in cui il dj-set è organizzato.
6) La licenza è a carico del DJ o dell’organizzatore dell’evento?
La licenza per la c.d. “copia tecnica” è a carico del DJ, che in difetto ne risponde personalmente; l’organizzatore dell’evento o il titolare del locale avrà invece l’onere di corrispondere i compensi, per diritto d’autore e diritti connessi, dovuti per la diffusione (c.d. comunicazione al pubblico) nell’ambito della serata.
7) Che rischi corre un DJ che venga trovato a esibirsi senza licenza? Chi può rilevare l’infrazione, e in che modo?
Ai sensi della legge sul diritto d’autore, l’esibizione di un Deejay in assenza della licenza “Diritti connessi” può essere sanzionata in sede civile, amministrativa e penale, qualora l’utilizzo avvenga a scopo di lucro. L’infrazione può essere rilevata anche dai pubblici ufficiali in occasione di controlli presso la sede dell’evento. Ai sensi della normativa vigente (art. 171 L.d.A e ss.) il fatto, commesso per uso non personale, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da Euro 2.582,00 a Euro 15.493,00.
Per la musica è veramente un periodo molto particolare, nel momento in cui sembra tutto andare verso il web e la musica in formato liquido , ecco tornare alla ribalta CD e Vinili, per la prima volta in controtendenza rispetto agli ultimi anni, aumento della richiesta dei supporti fisici !
D:Side, label di Jaywork Music Group che propone techno, trance e new dream presenta la sua prima compilation su cd, “D:Side Dream Parade”
E’ una selezione da sogno di 16 tracce curata da Sammy Love con una bonus track firmata da Gianni Parrini. E’ un cd imperdibile per tutti gli appassionati della musica che ha fatto la storia. Perché la musica che ha fatto la storia è bella da ascoltare anche tramite un supporto, non solo in streaming. Il cd parte decisamente bene con Lamuh – “Phenix” in un remix edit a cura di Sammy Love & Enea Marchesini e si chiude appunto con “Celestial”, brano prodotto da Gianni Parrini e Ricky Galliano… nel mezzo, tanti brani da non perdere, ognuno con un ritmo appena un po’ diverso.
D:Side Dream Parade è perfetta per chiunque amici la musica che mentre fa ballare fa battere forte il cuore, in tutti i suoi colori.
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l’attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all’attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto “2Black” con la notissima “Waves of Luv”, che ricalca il grande successo del brano musicale “In alto mare” di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. “Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore”, spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
Un’altro argomento che negli ultimi anni ha creato tante discussioni e purtroppo tanta confusione sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista legale per la diffusione e l’uso di questi lavori.
Recentemente è aumentata esponenzialmente la possibilità tecnologica di lavorare e usare la musica e parti di essa nei modi più creativi e differenti e questo avvento della tecnologia ha preso in contropiede tutte le istituzioni storiche del governo della musica (Dalle Case Discografiche alle Società di Diritto D’Autore), che non sono riuscite ad arginare l’utilizzo di delle loro opere in maniera non ufficiale e autorizzata.
Ormai tutti gli appassionati di musica giovani e meno giovani sanno usare con facilità i programmi per creare e modificare brani per creare delle nuove tracce o stravolgere completamente quelle esistenti e l’avvento massiccio dei social anche a carattere musicale hanno permesso una diffusione di ogni tipo di lavoro anche (anzi quasi mai) non autorizzato dall’artista originale e dai proprietari del master stesso.
Tutto questo ha preso il via in maniera massiccia dall’arrivo della musica House e dalla metà degli anni ’80, infatti per la prima volta nella storia della musica in quegli anni venivano create tracce ex-novo partendo da campionamenti di brani vecchi o dall’utilizzo di voci esistenti , modificando completamente la tipologia ed il genere dei brani originali e, nella maggior parte delle volte, in piena PIRATERIA musicale, ovvero nessuno o pochissimi chiedevano il CLEARENCE (il permesso di utilizzare il campione originale), questo ha completamente stravolto le regole e tantissimi brani dell’epoca sono passati attraverso le Aule dei Tribunali per decidere chi doveva giovare dei proventi generati.
La Italo House dell’epoca è piena di esempi di questo tipo, dai Black Box con Ride on Time agli USURA con Open Your Mind, tanto per fare qualche esempio pratico.
Negli anni diciamo che la situazione è migliorata ed è stata maggiormente sottoposta a controllo infatti oggi le Case Discografiche degne di tale nome prima di far uscire una traccia contenente un campionamento preferiscono chiedere il permesso in anticipo.
Tutto questo per far capire che all’epoca venivano commercializzati ufficialmente dei brani che oggi sono considerati mashup o bootleg e che quindi non possono essere messi in vendita ma solo fatti circolare senza scopo di lucro.
Ma incominciamo a vedere nel dettaglio le differenze sostanziali:
REMIX
Il REMIX è un modo per dare al brano originale sonorità differenti per farlo conoscere in altri ambiti musicali.
Il REMIX viene solitamente commissionato dalla Label proprietaria del brano oppure direttamente dal produttore del brano stesso a DJ o produttori che si reputano interessanti per ampliare le Remix, possibilità di successo del brano.
Vengono fatti utilizzando alcune delle parti del brano originale , nel caso si tratti di una canzone solitamente viene utilizzata la parte vocale cambiandogli tutto l’arrangiamento, il REMIXER deve ricevere dal produttore tutte le parti, divise e prive di mastering, reputate interessanti per effettuare il lavoro.
Ogni tanto capita che un REMIX non autorizzato in precedenza ed inviato alla Casa Discografica del brano originale susciti interesse e venga pubblicato ufficialmente.
MASHUP
I MashUp hanno completamente cambiato il modo di proporre musica e di fare una serata all’interno dei locali e dei festival, ormai sono utilizzatissimi da tutti i DJ e ,alcuni creatori di mashup, sono divcntate delle vere e proprie star delle consolle avendo sfruttato al meglio questa opportunità tecnologica.
I geni assoluti del mashup made in Italy sono indubbiamente i Djs From Mars, il duo formato da Max Aqualuce e Luca Ventafunk, ma non si possono dimenticare RudeeJay, il gruppo DBMafia capitanati dal DJ Luke DB, Jack Mazzoni e per finire i For Minds con il mitico Sandro Murru assieme a Vincenzino, Umberto Balzanelli & Michelle.
Il MashUp si ottiene unendo due o più brani tra di loro sfuttandone le parti per creare un solo brano, solitamente vengono utilizzati parti di brani POP famosi insieme a parti strumentali di brani DANCE per rendere ballabili ed adatte ad ogni tipo di utilizzo canzoni che sarebbero difficilmente proponibili per il ballo. La cosa importante (a volte tralasciata da chi non conosce bene la musica) è che i brani utilizzati devono avere la stessa tonalità altrimenti il risultato diventa veramente fastidioso.
BOOTLEG
I bootleg sono bene o male sempre esistiti nella storia della musica, in passato erano dischi, stampati in maniera “pirata” e senza nessuna autorizzazione contenenti versioni inedite di brani oppure registrazioni live stampate e vendute senza che gli artisti originali ne sapessero nulla.
In ambito dance i primi BOOTLEG erano fatti in maniera molto semplice, solitamente veniva messa una base campionata sotto il brano originale.
A differenza dei MashUp, oggi i Bootleg sono dei remix non ufficiali di una traccia unica.
Sempre grazie alla tecnologia attualmente vengono fatti dei Bootleg che aggiungono all’originale non solo un semplice groove ma vanno anche a aggiungere parti di basso od altri strumenti all’arrangiamento.
MEDLEY
Per concludere chiariamo il concetto di MEDLEY.
Il MEDLEY nasce per unire in un unica traccia continuativa brani differenti dello stesso Artista o dello stesso Genere, il primo esempio che mi viene in mente è il Medley di “Capodanno” contenente una serie di brani Latino Americani in sequenza per il famosissimo DISCO SAMBA dei TWO MAN SOUND.
PENSATE CHE ANCHE NELL’EPOCA DI SPOTIFY IL “DISCO DEL TRENINO” risulta essere il più ascoltato nella prima notte dell’anno sul famoso portale di streaming.
Altri Medley famosi possono essere quello dei JIPSY KINGS e quello della colonna sonora di GREASE.
In tempi più recenti alcuni produttori, per vedere suonati i propri brani e avere un compenso dalla SIAE, producono inediti che poi vengono uniti a cover di brani famosi in modo da poter programmare sia il brano originale e conosciuto assieme alla propria creazione.
Solitamente questo metodo non ha molto di artistico ma viene usato per inserire nei bollettini di dichiarazione SIAE anche la propria opera che altrimenti in assenza del brano famoso non sarebbe stata programmata.
Per depositare correttamente un brano vi invito a leggere questo articolo
Intervista a Pascal Hendrick: una vita per la musica
Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con il dj belga Pascal Hendrick, professionista del mixer che ha una carriera di ben 35 anni.
Produce musica fin dal 1999 e tra i suoi mille successi possiamo citare almeno L.a work – Monotone (Serch & Pascal remix), un pezzo house classic supportato tra gli altri anche dai mitici Dimitri Vegas & Like Mike.
Oggi collabora con molto con la casa discografica italiana Jaywork Music Group, soprattutto (ma non solo) con Reworked, label specializzata in cover di qualità assoluta.
Hai in serbo qualcosa di speciale per Reworked, la label che Jaywork dedica a nuove versioni di successi del passato?
Assolutamente sì! Ci saranno presto nuove cover new dance con il mio progetto Brooke Lee, mentre per One man sound le release riguarderanno di brani anni ’80 e ’90.
Lukulum è riservato a cover solari, mentre il progetto The man with the orange eyes è dedicato a cover synth wave. E’ veramente divertente lavorare su sonorità che ascoltavo sempre quando ero agli esordi come dj.
Continuo sempre a collaborare con tante label in giro per il mondo.
C’è sempre spazio per nuova musica di qualità. Il meglio deve ancora venire!
Intervista a Pascal Hendrick: una vita per la musica
Come hai iniziato a fare il dj?
Penso di essere sempre stato un dj, davvero!
Quando ero piccolo già giocavo con i vinili di mio nonno. Nell’adolescenza, sono subito diventato un fanatico delle discoteche.
Era in qualche modo ovvio succedesse.
E così, ho avuto la possibilità di diventare dj resident in un club del mio paese. Ci sono rimasto per ben dieci anni… e dopo, per vent’anni, mi sono esibito un altro club situato nella stessa strada. Oggi invece sono un freelance.
Ho avuto la possibilità recentemente la possibilità di di suonare ad un evento immenso, lo Zillion XXX ad Anversa (Belgio). C’erano ben 17.000 persone.
Come hai iniziato a produrre musica?
Ho iniziato a produrre perché come dj mi mi mancava il poter suonare le mie produzioni. Ne avevo in qualche modo bisogno.
Il mio primo vinile è uscito un bel po’ di anni fa, era il lontano 1991.
Mi sono appassionato davvero alla possibilità di poter produrre musica nel mio studio grazie a Phillip Dirix, un produttore belga che spesso è rimasto all’ombra dei grandi artisti.
Per me è una persona davvero speciale.
Ho migliaia di idee, spesso sono il tempo che manca e la quantità limitata di release che è possibile programmare che mi trattengono.
Per questo gli ultimi due anni, a causa dell’impossibilità di esibirsi, sono stati molto produttivi.
Lorenzo Tiezzi intervista Techneck per AllaDiscoteca
Intervista a Techneck talento olandese tra techno e tech house. Abbiamo incontrato il dj producer olandese Jerry Gildbrandsen ovvero Techneck, che ha scelto questo nome perché faceva l’operaio specializzato in un’industria meccanica quando iniziò ad avere problemi al collo.
Dopo gli esordi come dj al party Kortsluiting è pian piano cresciuto come produttore, grazie anche ad una serie di radioshow molto amati.
Tra le label con cui Techneck pubblica musica più spesso c’è l’italiana Jaywork Music Group, l’universo musicale oggi gestito da Luca Peruzzi e Luca Facchini. “Il mio obiettivo è, far sentire forte la mia musica nei festival e nei club”, spiega Techneck.
“Ci stavo riuscendo e avevo già diverse date fissate tra cui una all’immenso Nature, in Germania… quando purtroppo la pandemia ha preso il sopravvento. Ma l’obiettivo è sempre più vicino!”.
Come hai iniziato a fare il dj e a produrre musica?
Ho iniziato a suonare la batteria quando avevo solo 4 anni e gli strumenti musicali, tutti, mi ha sempre interessato.
Nel 2016 ho iniziato ad interessarmi di apparecchiature per dj, fino ad acquistare un set Nexus Pioneer e poi pubblicare i miei dj set su Mixcloud and SoundCloud.
Mio figlio e mia moglie mi hanno aiutato a creare un logo.
Sono partito così, per poi arrivare alla produzione nel 2019. Al mio primo singolo “Give me a Bassline” si dimostrarono interessate tante label, ma il mio cuore battè subito forte per Jaywork.
E’ fantastico poter vedere oggi dei video su Tik Tok in cui qualcuno utilizza la mia musica! E’ uscito da poco il mio secondo EP techno, che sta andando molto bene.
C’è un pezzo che ho chiamato “Trap”, perché mette insieme alcuni elementi della techno con il rap.
Usi molto i radioshow per promuovere la tua musica?
In realtà sono proprio le radio ad essersi interessate, nel tempo, alla mia musica.
E così oggi realizzo mix di musica techno e tech house ogni venerdì, sabato e domenica.
Non faccio solo questo però: ho già suonato come dj guest a Las Vegas, in Gran Bretagna, in Canada, in Croazia, in Germania ed in altri paesi, oltre ovviamente che in Olanda.
Per colpa della pandemia a lungo non siamo riusciti a far altro che farci ascoltare su YouTube e altrove online, ho solo cercato di farlo bene.
Intervista a Techneck, talento olandese tra techno e tech house
Che brani hai pubblicato in questo periodo con Jaywork Music Group?
Sono anni che collaboro con questa label in cui credo molto.
Recentemente ho remixato “No regular” di Ricky Fobis. (Beatport Link)
Il remix è uscito su D-Side e in diverse importanti selezioni techno sui dj shop internazionali
Il 29 ottobre 2021 esce invece “Heal Me Up”, un mio brano su Ritmika. Questo brano deep techno, l’ho prodotto quando mia moglie è stata operata in ospedale.
Entro l’anno uscirà anche “Kill The Virus”, un brano ovviamente dedicato alla pandemia.
Ci segnali qualche nuovo talento del mixer che ti regala emozioni?
In ambito techno, il mio dj producer preferito è Egbert, che è olandese.
Per quel che riguarda la tech house è invece Alexic Rod.
Mi piace molto anche Chelina Manuhutu (legata alla scena ibizenca, sta crescendo moltissimo a livello internazionale proprio in questo periodo, NDR).
Intervista a Techneck, talento olandese tra techno e tech house
Che consiglio daresti ai ragazzi che sognano di diventare dj e producers?
Se davvero vuoi diventare dj producer, l’unico consiglio che darei è: segui il tuo sogno e non mollare mai.
La musica è fatta per metterci in connessione, crea amore e non guerre. Chi ha voglia di entrare in contatto con me mi trova qui: https://linktr.ee/Techneck
E tu, che obiettivi hai?
E’ far sentire forte la mia musica, anche nei festival.
Ho già suonato in tanti paesi del mondo ma l’obiettivo era quello.
Ci stavo riuscendo e avevo già diverse date fissate tra cui una all’immenso Nature, in Germania, quando purtroppo la pandemia ha preso il sopravvento.
Lorenzo Tiezzi intervista Diego Broggio per AllaDiscoteca
Diego Broggio: dai DB Boulevard a Jaywork – Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Diego Broggio, uno dei più storici dj italiani. Dietro al successo assoluto di progetti come DB Boulevard, che con “Point of View” (2001) hanno fatto emozionare e ballare mezzo mondo, c’è anche lui. Anzi è ovvio che ci sia soprattutto lui, perché DB sta per Diego Broggio.
“Point of View”, come “L’Amour Toujours” di Gigi D’Agostino e pochissimi altri brani prodotti in Italia negli anni ’90 e 2000, non è un pezzo del passato che ci piace ricordare nelle serate “remember”. E’ un capolavoro, una (piccola o grande, a ognuno il suo parere) poesia.
E le poesie sono quelle che cose che rimarranno per sempre, come i Daft Punk, come certi pezzi di Moby, come i classici pop dance. Chi scrive ricorderà per sempre le serate al Rebecca di Castelli Calepio (BG) quando il dj di turno metteva quel pezzo magico. Spesso era Paolo Noise, che era bruttino come oggi ma era già bravo. Perché la musica quando è così è magica, non invecchia. Resta.
Senza la minima polemica, non credo di sapere canticchiare nessuna delle hit di Martin Garrix, mentre “Point of View” me la ricordo benissimo, così come le hit di Guetta, dei Daft Punk…. E per me, proprio come “L’Amour Toujours”, “Point of View” è un eterno finale. Sarà per sempre nel mio cuore.
Ma torniamo al punto. Nel passato di Diego Broggio, un vero professionista della musica, uno che oggi parla soprattutto di musica e del futuro della musica e non di sé (come tutti i grandi che ho avuto la fortuna di intervistare, Sven Vath per primo) c’è anche tanto altro.
Ad esempio, nel passato di Diego Broggio c’è una società con lui ha gestito a lungo discoteche, soprattutto nel suo Veneto. “Conosco Luca Peruzzi, che per un bel po’ di tempo è stato dj resident di uno dei nostri locali da una vita e che oggi gestisce Jaywork Music Group“, racconta Diego. “Quando mi ha chiesto di dargli una mano come A&R e non solo soprattutto per una delle label, Streetlab, ho detto di sì molto volentieri. Perché proprio oggi che tutti mollano, mi piace supportare qualcuno che invece continua”.
Diego Broggio: dai DB Boulevard a Jaywork
Hai già qualche nuovo progetto in cantiere?
“Sì credo di avere per le mani qualcosa di molto immediato e di qualità. Abbiamo due pezzi in uscita e altri in lavorazione… Invece di poter ‘piazzare’ i brani alle varie label, è bello potersi concentrare su qualcosa che sia anche mio. Credo che la musica di successo sia soprattutto un lavoro collettivo.
Non sei quindi rimasto con le mani in mano in questo periodo?
No. La musica è sempre stata nelle mie giornate. Negli ultimi anni il modo di produrre musica è cambiato perché sono finiti i soldi. Mi spiego: troppi progetti, anni fa, si sono dovuti fermare per problemi di diritti e litigi: Catherine dei Black Box, Moony, Davoli, etc. Un certo tipo di dance, quella che andava prima in discoteca e poi in radio, è finito… per questo tutti si sono messi a fare tracce, che, pur belle, raramente possono combattere con quelle di Guetta & company. In Italia già ci sono pochi artisti, poi ci mangiamo tra di noi… Il movimento techno è un po’ diverso, forse, ma fenomeni tipo Gala o Spiller non ci saranno mai più. Anzi, l’ultimo con DB Boulevard sono stato io.
Che periodo era?
Musicalmente tra anni 90 ed inizio anni 2000 c’erano grandi possibilità, ma c’erano contratti capestro, invidie, bugie. Oggi è cambiato tutto, al punto di vista musicale, grazie all’EDM e a fenomeno mondiali come Avicii…
E forse le sonorità pop dance, le vostre, sono diventate patrimonio di artisti che fino ai primi anni 2000 facevano tutt’altro. Negli anni ’90, la serie A della musica era il pop rock, in radio passavano i Nirvana.
Oggi invece Purple Disco Machine o Guetta sono ‘entrati’ nel vostro territorio, quello dei dj italiani che ovviamente si sono trovati in difficoltà.
E certe sonorità dance sono ormai del tutto pop, che so quelle de La Rappresentante di Lista.
Sì, in tanti sono buttati nel nostro mondo, quello della musica elettronica. E molti sono bravissimi.
Madame, che è veneta come me è fantastica. Va messa nella categoria di quelli bravi, ma bravi proprio.
Ed è un progetto curato da Caterina Caselli, una delle poche veri discografici italiani, che ha cresciuto Madame come fosse un brand di nicchia o una popstar internazionale.
Ecco, spero, pian piano con Luca Peruzzi e Jaywork di creare una realtà collettiva che possa aiutare a trovare talenti di questo tipo. Ricevo un sacco di demo, alcuni di qualità… ma non riesco a fare tutto da solo. Gli artisti giovani spesso sono arroganti e fanno anche bene. Gestirli non è facile. Solo insieme possiamo provare a costruire qualcosa. Quando ho avuto successo come DB Boulevard non c’erano i social e non sono diventato una popstar… oggi è tutto diverso, ma non più facile.
La musica oggi è molto “plastificata”, molto ben arrangiata, ma l’anima degli artisti si sente poco…
E’ vero. Un mio amico qualche anno fa curava le versioni più tirate dei miei brani. Era Sam Paganini, che oggi è diventato un dj techno molto importante… proprio perché è riuscito a far sentire la sua anima nella sua musica. Cocoon, su cui uscirono i suoi primi brani importanti, si occupa anche di booking.
Ed è proprio questo che ha fatto la differenza, perché la musica da sola non basta. Ci vuole anche tutto il resto.
Dopo tutti questi anni nella musica, hai capito come nasce un successo musicale?
Per creare un successo vogliono più persone, tutte insieme, unite in un progetto comune in cui non ci siano invidie ma una visione comune. Ognuna parla con la sua anima ad un certo tipo di persone. Facendo A + B non succede niente, ma facendo A + C, chissà…
E come dicevo, c’è sempre il lato management / editoriale che conta moltissimo.
Da soli non si costruisce niente.
Questa pandemia ci ha aiutato a capirlo?
Non credo. Mi sembra appunto che stiano mollando in tanti perché non girano più soldi. Ma c’è anche chi rilancia. “Groovejet” di Spiller, master ed edizioni, se la sta comprando Simon Dunmore di Defected. A loro servirà per andare avanti con i loro progetti tra cui Glitterbox.
Già Defected. Nei primi anni 2000 mi dicevano che era vecchia. Ma loro sono ancora lì. Anche con i loro party, in cui coinvolgono dj come Purple Disco Machine, che non è mica British… forse l’idea del gruppo è davvero vincente. E qui in Italia non l’abbiamo mai voluta mettere in campo.
Ad esempio, non c’era certo tutto questo “gruppo” in Media Records, dove ogni artista lavorava per sé. E non mi sembra di vederla in tante realtà italiane del clubbing o della discografia. E’ un problema.
Abbiamo bisogno di metterci insieme, come sanno fare certe realtà estere.
Faccio un esempio concreto.
La prima bozza di “Point of View” la creò un ragazzo che suonava in un gruppo punk. Mettendo insieme un certo groove, le chitarre… creammo un brano che piaceva alla ragazze perché un po’ malinconico.
Tutto nacque, come sempre nella musica, da un gruppo di persone che stava bene e si voleva bene. La musica di successo nasce sempre così…
Il mio obiettivo, in questa nuova avventura con Jaywork è creare un’atmosfera di questo tipo.
Ma devi fare molta attenzione, infatti l’utilizzo di sample pack rende le tue produzioni sicuramente MENO ORIGINALI.
Giusto allora capire i Sample Pack come utilizzarli in modo corretto per creare tracce professionali in poco tempo.
Alcuni consigli per personalizzare i Loop e i Sample acquistati.
Primo Consiglio – Scomponi i Loop
Dividi i loop che hai scelto in sezioni, scomponi i loop e rimontali, puoi cambiare i groove, puoi cambiare la posizione delle singole note per avere melodie originali.
Secondo Consiglio – Personalizza con gli Effetti
Utilizza gli effetti per personalizzare al massimo i tuoi sample. Riverberi, Phaser, Chorus e Delay ti permetteranno di rendere irriconoscibile il loop di partenza o almeno renderlo unico.
Terzo Consiglio – Sovrapponi più Suoni
Sovrapponi più suoni, questa tecnica chiamata Layering ti permetterà di utilizzare la banca dati acquistata ma aggiungere e sovrapporre suoni diversi che fanno la stessa melodia creerà una maggiore profondità al suono personalizzandolo ulteriormente.
Quarto consiglio – Utilizza il Pitch
Questo vale soprattutto per le voci e i sample vocali, gioca con il Pitch e cambia totalmente la voce rendendola originale.
A questo punto avrai capito che utilizzare Sample Pack senza modificare suoni e melodie dei loop scelti ti porterebbe a creare una traccia che probabilmente hanno già messo sul mercato in modo molto simile alla tua chissà quante altre volte.
Utilizza Shazam
Per questo, appena hai una idea dei suoni che faranno la parte portante del tuo brano devi Shazammare subito la parte che hai assemblato per capire se è già stata pubblicata in modo da non fare un lavoro per niente.
Il rischio è proprio quello di accorgersi dopo aver finito la traccia che è completamente uguale ad altre 10 già presenti sui Digital Stores.
Controlla le licenze d’uso
Passiamo alla parte contrattuale, ogni Società che mette in vendita i propri Sample Pack ha un contratto di utilizzo, devi leggerlo attentamente.
Alcuni contratti ti permettono di utilizzare i sample in modo “privato” per i tuoi mashup e non puoi invece inserirli in brani che poi metterai in vendita.
In caso di contratto con una label ricordati di allegare sempre la licenza di uso dei sample / loop utilizzati nel brano.
Se non lo hai fatto leggiti il nostro articolo dedicato ai contratti.
per concludere, oggi ignorare i Sample Pack per un produttore è diventato impossibile, questi strumenti sono utili a tutti indipendentemente dal genere musicale in cui ci si muove.
Ricordati che l’uso di questi sample non significa solamente trascinare ed aggiungere suoni e fare una traccia copia e incolla.
Devi usarli come punto di partenza per farti ispirare e aumentare la tua creatività.
Segui il nostro Blog per chiarirti le idee sul mondo della Produzione Musicale.
In questo articolo del Blog voglio parlarvi della promozione dei brani con Groover.
Sicuramente molti di voi non hanno mai sentito parlare di questa piattaforma nata in Francia e precisamente a Parigi nel 2018.
Groover nasce da un idea molto semplice, mettere in contatto diretto Artisti che vogliono far conoscere la propria musica con Media di Comunicazione, Stazioni Radio, Case Discografiche e curatori di Playlist varie.
L’esigenza nasce dal fatto che ormai le email degli addetti ai lavori traboccano di demo da ascoltare, il che mette nella condizione i vari A&R di non differenziare Artisti e prodotti di livello da tutto il “rumore di fondo” creato da invii Spam da parte di pseudo-produttori che intasano il mercato.
Ma capiamo come fare La promozione dei brani con Groover
Il sistema è molto semplice e assicura un feedback adeguato alla traccia proposta.
L’artista invia un suo brano. Ad una selezione di media, etichette e radio di sua scelta per € 2 a contatto (che verranno incassati solo a Feedback ricevuto).
Gli Addetti ai lavori ascoltano. Hanno 7 giorni per fornire un feedback scritto e decidere se il brano può essere interessante per la propria Label o per la Radio / Playlist.
Copertura facilitata. I media e le etichette riscoprono l’entusiasmo di ascoltare nuova musica, svuotare la loro casella di posta ed essere pagati per la loro attività di ricerca musicale.
Infatti solamente dopo aver inviato un Feedback adeguato l’A&R riceve 1 Euro da Groover.
Parliamo veramente di pochi spiccioli sia per chi promuove che per chi ascolta, ma vi assicuro che la promozione fatta in questo modo rende responsabile l’Artista che invia solamente i prodotti di cui è veramente convinto.
Infatti nelle caselle di posta elettronica ormai troviamo di tutto, sembra diventata una sorta di discarica musicale.
La promozione dei brani su Groover va direttamente ad oltre 1000 curatori musicali attivi sia in Italia che in altri paesi, tu puoi scegliere accuratamente a chi inviare la tua traccia.
I Produttori e i musicisti hanno la possibilità di mostrare il loro talento e connettersi con centinaia di professionisti ed influencers nella vita reale.
Un nuovo modo per proporre e promuovere la tua musica
Jaywork ha da circa un anno aderito a Groover ricevendo molti brani ed iniziando collaborazioni con numerosi artisti internazionali. Il mio consiglio a questo punto è di non perdere tempo inviando email alla cieca, iscriviti a Groover ed inizia a contattare i professionisti della musica. Prima di concludere ti consigliamo di iscriverti subito alla nostra Newsletter per ricevere le nostre tracce in anteprima e tanti consigli sulla produzione e promozione della tua musica.
Fare le dirette su Twitch, capiamo perché è ora di iniziare
Il perché fare le dirette su Twitch è facilmente intuibile. Per i DJ Producers e i musicisti di ogni tipo sia stato un anno di grandi cambiamenti lo abbiamo capito molto bene.
Questi cambiamenti ci hanno portato a diventare ancora più Social (anche se non tutti lo hanno fatto volentieri) per non perdere il contatto con i propri seguaci ma anche per cercare di allargare la fanbase in questo momento di confusione.
Per un periodo abbiamo assistito a dirette musicali improvvisate dalle stanzette su Facebook e Instagram ma queste hanno lasciato spazio a situazioni sempre più professionali e di alto livello perché Abbiamo capito che i Social “classici” non bastano più per condividere il proprio lavoro artistico.
Sono nati un sacco di canali molto interessanti e una realtà sopra tutte in Italia sicuramente è quella della “La Musica Non Si Ferma” dove potete ascoltare e vedere tantissimi DJ Producers Italiani che partecipano a dei Live condotti in maniera super spettacolare.
Per questo molti di voi si stanno chiedendo se non è il caso di sbarcare su Twitch per fare delle dirette e per cominciare a capire come si può rimanere “vivi” artisticamente in questo periodo.
Fare le dirette su Twitch, capiamo perché è ora di iniziare.
Partiamo dal fatto che le dirette su Twitch o su YouTube sono da tempo presenti e per prima cosa si tratta di capire che tipo di contenuti condividere.
Queste piattaforme infatti possono essere usate per contenuti musicali (originali) ma anche per contenuti istruttivi come i tutorial.
Per crearsi una buona base di follower il condividere, con dei veri e propri tutorial gratuiti, la propria esperienza aiuta tantissimo. Per fare un esempio, se voi siete bravi a fare mastering e volete crearvi dei fan, potete fare una sessione di mastering in diretta spiegando l’uso dei plugin che utilizzate di solito e come li usate.. magari snocciolando anche qualche segreto.
Oppure potete interagire con chi vi sta guardando per la creazione di un brano in diretta.
Sono veramente tantissime le cose che potete fare durante le vostre dirette e creare un appuntamento fisso quotidiano o settimanale crea veramente tanta interazione con il vostro pubblico.
A quel punto, avendo raccolto i primi follower/fan potete pensare anche di fare delle session live o dei dj set live (chiaramente utilizzando solo del materiale di cui detenete i diritti oppure rischiate di vedervi bloccare il video).
Fare le dirette su Twitch e come iniziare
Per fare tutto questo avete bisogno di un software che vi permetta di fare una regia video in modo veloce e professionale e quello più utilizzato dagli streamer di tutto il mondo è OBS studio e lo trovate a questo link sia per Windows che per Mac.
Questo Software è veramente facile da imparare e permette di fare dirette inserendo la schermata del computer e la telecamera in maniera simultanea.
Potrete utilizzare anche telecamere esterne e grafiche di vario tipo in modo molto intuitivo e anche l’audio può essere gestito in modo professionale.
Tanti consigli sull’utilizzo di OBS Studio li potete trovare su questo canale YouTube di Andrea Ciraolo
Non dimenticate che Twitch nasce principalmente per ospitare i gamers e quindi la parte grafica ha una grandissima importanza
Per i consigli su come settare il vostro canale Twitch e come renderlo graficamente accattivante vi consiglio di seguire i consigli di questo canale YouTube di M89_GAMER.
Inoltre con l’ausilio di alcuni software potete andare in diretta in modo simultaneo su varie piattaforme, noi vi possiamo consigliare l’uso di Restream
Un software online che non dovete scaricare nel vostro computer e che gratuitamente invia alle piattaforme che scegliete il vostro segnale di OBS.
Iniziare il prima possibile
Attenzione perché l’unico errore che si può fare in questo momento è quello di rimanere fermi pensando che il mondo non stia cambiando e che tutto torni ad essere come prima.
Non rinunciate al vostro sogno anche perché oggi la tecnologia ci da tantissime possibilità per sfogare arte e creatività.
In un momento di restrizioni come quello che stiamo vivendo e, sicuramente anche superato questo periodo, avrete bisogno di avere una fan base dalla quale ripartire e perché no, con la quale continuare a dialogare con i vari strumenti messi a disposizione dal web.
Per concludere questa veloce panoramica sul mondo dei Live, non dimenticate di dare un occhiata anche a Bandcamp , dove molti musicisti vendono i loro concerti e il loro merchandising riuscendo ad incassare cifre interessanti e di cui sicuramente parleremo nei prossimi giorni.
Quindi cominciate a darvi da fare , scegliete la piattaforma ed il linguaggio che più vi assomiglia e cominciate a condividere con tutti quello che sapete fare.
Ricordatevi che l’unico modo per non ottenere nulla è quello di non fare niente.
Date un occhiata a questo articolo che vi svela 10 Tool utilissimi per tutti voi
Fateci sapere se iniziate a fare delle dirette Twitch alla nostra email office@jaywork.com
Perché ormai lo abbiamo capito, per fare il musicista / produttore, Oggi non basta più occuparsi dello Studio di Registrazione e di tutti i plug-in che possono servire a fare dei bellissimi brani, ma oggi bisogna essere multitasking.
Bisogna saper lavorare le tracce , bisogna saper promuovere il proprio lavoro , bisogna occuparsi della grafica per i social ed anche diventare registi per le proprie storie.
Un vero lavoraccio insomma
In questo articolo voglio segnalarvi alcuni siti ed alcuni TOOL utili per il produttore e per il DJ, sicuramente troverete qualcosa che vi può semplificare il lavoro e vi può fare risparmiare del tempo.
Cominciamo da questo TOOL che può servire a chi abitualmente mette le mani su brani esistenti facendo Bootleg o MashUp, infatti con questo programma potrete dividere la parte musicale di un brano da quella vocale.
Ogni giorno perdete un sacco di tempo per aggiornare tutti i vostri social ? La soluzione è questo fantastico TOOL dal quale potete gestire il tutto da una sola piattaforma.
Inizialmente nato per i Videogiochi questo Social di nuova generazione comincia a prendere piede anche in altri ambiti e molti musicisti cominciano a fare i propri video in diretta anche qui.
Attenzione perché potrebbe essere molto interessante per espandere la Fan Base.
Dedicata ai DJ professionisti questa imperdibile APP
Potete iscrivervi gratuitamente ed inserire tutti i vostri dati le vostre foto e il vostro calendario delle serate, inoltre i link con i vostri social. potete mettervi in contatto con migliaia di dj iscritti facendo promozione direttamente sulla APP dei vostri lavori.
Sicuramente la maggior parte di voi conosce già questo sito dove si possono scaricare brani originali ma dove si possono trovare MashUp e Bootleg anche di brani appena usciti.
Ormai insostituibile punto di riferimento per tutti i DJ.
Per chi invece vuole espandere il proprio lavoro utilizzando Spotify, eccovi un sito molto interessante per mettersi in contatto con i curatori delle Playlist.
Vuoi creare una foto profilo perfetta per ogni social ?
Se volete avere la foto Profilo perfetta in ogni Social, eccovi il sito che fa per voi. Il Profile Pic Maker è pronto per aiutarvi ad avere una immagine adeguata in ogni situazione Digitale.
Se non avete ancora il vostro logo , il logo della vostra Band o del vostro Studio di registrazione potete usare questo sito, non potrà sostituire il lavoro di un grafico professionista ma per iniziare può andare bene, soprattutto se volete al momento investire il vostro budget in altro modo.
Concludiamo questa serie di 10 TOOL utili per il DJ – Produttore con una piattaforma, anche scaricabile sul vostro computer, che vi permette di creare delle presentazioni video e gif animate delle vostre copertine aggiungendo effetti e musica. Semplice da usare ma molto utile.
In questo articolo vorrei chiarire alcuni aspetti su come usare
Spotify Artist ma non solo
Non parleremo solo di come usare Spotify Artist, infatti abbiamo in gioco altri supporti indispensabili per la figura dell’artista.
Parleremo anche di Apple Music e Amazon Artist che sono solamente alcuni dei competitor di Spotify.
Ma andiamo nel dettaglio a scoprire come poterci muovere in modo corretto su questi supporti.
Partiamo dal più importante
Incominciamo dal presupposto che abbiate già un vostro account (a pagamento o gratuito) su Spotify, con quell’account dovete iscrivervi a Spotify Artist tramite questo link: https://artists.spotify.com
Una volta loggiati all’interno potrete richiedere la paternità del vostro nome artista presente su Spotify.
Dovrete copiare il Link Artista presente nella pagina (cliccate nei 3 puntini e andate su Condividi) e inserirlo nella barra per la richiesta di gestione.
Una volta fatto questo vi verranno chieste alcune cose:
Se siete l’Artista oppure il discografico o il manager (selezionate il vostro ruolo). Poi vi verranno richiesti i vostri account Social, il vostro sito (se ne avete uno) e tutte le cose che possono servire per confermare il fatto che siate realmente voi l’artista o il manager di quel profilo. Dopo alcuni giorni (solitamente 3/4) vi arriverà una email dicendovi se la richiesta è stata accettata oppure se servono altri chiarimenti.
Come Usare Spotify Artist
Fatta questa procedura iniziale potrete incominciare ad utilizzare il vostro profilo artista , inserendo foto, bio ed eventualmente altre informazioni interessanti per i vostri fan (concerti, serate, live Social etc etc.). In tempo reale potrete controllare i vostri streaming, capire da dove arrivano e in quali Playlist è stato inserito il vostro brano.
Molto Importante:
Nel caso abbiate qualche errore da far correggere da Spotify per vostri brani caricati su altri profili oppure per unire varie pagine artista sempre con il vostro nome che sono state erroneamente create nel tempo.
DOVRETE SEMPRE UTILIZZARE QUESTA INTERFACCIA
Infatti Spotify preferisce confrontarsi direttamente con chi gestisce la pagina Artista in questione.
Un cosa utilissima di Spotify Artist è la possibilità di segnalare ai creatori di Playlist di Spotify il vostro brano in anticipo sull’uscita, specificandone alcune caratteristiche importanti per le loro Playlist.
C’è anche la possibilità tramite Canvas di inserire un mini video di 4/8 Secondi. Se invece site una Label o un Manager e gestite vari artisti differenti, da Spotify Artist potete gestirli tutti assieme, chiaramente richiedendone il diritto con la procedura segnalata in precedenza. Ma il percorso non si esaurisce qui, infatti non basta sistemare la propria pagina artista su Spotify, abbiamo anche Apple Music e Amazon Artist con i quali il procedimento è molto simile.
Vi lascio i link per poter accedere a questi servizi.
La possibilità di collegare il vostro canale Twitch a Amazon Artist e in questo modo ai vostri live su Twitch potete inserire la possibilità di scaricare o ascoltare la vostra musica direttamente.
Apple Music invece vi tiene aggiornati anche sul numero di volte che un vostro brano viene Shazammato.
Come potete capire ormai è indispensabile utilizzare questi profili in modo corretto per ottimizzare il proprio lavoro con la musica e per cercare di capire al meglio il mercato e chi sono i vostri fan.
Vista la confusione che si sta creando attorno a questi nuovi sistemi e vista la quantità di richieste di assistenza che quotidianamente ci arrivano in Jaywork , questo sarà un argomento che andremo sicuramente a riprendere prossimamente entrando nel dettaglio delle problematiche riscontrate in base alle vostre domande.
Se vi interessano questi argomenti seguite il nostro BLOG sempre aggiornato e pieno di cose interessanti per chi vuole vivere di musica.
Se avete dei dubbi o delle richieste particolari su questa materia scrivete alla nostra email office@jaywork.com
5 Domande a Gianni Parrini DJ – Gli Inizi, la carriera e il presente. Conosciamo meglio una delle icone della Night Life Italiana.
Quando hai capito per la prima volta che la musica era nel tuo destino?
Da bambino vivevo in Sicilia nel paese di Prizzi (provincia di Palermo), mi ricordo che quando avevo 6 anni, nel 1963, mio padre di ritorno dal suo viaggio dalla Germania mi portò un 45 Giri di Trini Lopez “I Had A Hammer”.
E’ stato in quell’ occasione che per la prima volta ho sentito suonare la musica dal giradischi che avevamo a casa.
Ho ancora la foto. Quando l’ascoltai, sentii un’energia che mi ha pervaso tutto il corpo come se fosse una scossa elettrica.
A distanza di anni ho capito perché ho amato così tanto la musica, il mio corpo ha riconosciuto l’essenza vibrazionale della mia anima.
La musica mi ha accompagnato per tutto il resto della vita fino ad arrivare a 63 anni.
Oggi posso dire che in questi 41 anni di carriera come DJ professionista con le tante serate all’attivo, che la musica è stata la missione della mia vita qui sul pianeta Terra.
5 Domande a Gianni Parrini DJ
Quando hai capito per la prima volta che saresti diventato un DJ?
Quando avevo 15 anni, la gioia più grande era quella di giocare a calcio con i miei amici nella piazzetta in cui ci ritrovavamo tutti i giorni.
Una domenica pomeriggio durante la primavera del 1973, arrivarono 2 miei amici vestiti come John Travolta, tutti tirati, fighissimi, con capelli super cotonati, pantaloni ad alta vita e stivaletto con il tacco, li guardo e gli chiedo, ma come siete vestiti? E loro mi risposero noi andiamo in discoteca.
Io gli ho chiesto cos’è una discoteca? E loro “dove si balla la musica”.
In quel momento ho sentito fortissimo dentro di me il desiderio di andare a vedere dove si ballava la musica.
La settimana successiva di domenica pomeriggio mi presentai davanti la discoteca “Il Punto” bellissimo Club storico di Torino, mi misi in coda e quando arrivai davanti alla porta il Selector mi disse: ” tu non puoi entrare, sei troppo piccolo”.
Non sono andato via e sono rimasto lì per 2 ore davanti ad aspettare i miei amici, ma ad un certo punto il Selector si fece dare il cambio e quello che arrivò dopo mi chiese cosa facessi lì fuori e io gli risposi di voler entrare, lui mi apri la porta dicendomi:” prego vai pure”.
Quel momento per me è stato indimenticabile, ancora oggi lo ricordo con tanta emozione. Entro in questo tunnel di scalini seguo le luci, scendo e alla fine della scalinata, si apre davanti ai miei occhi uno spettacolo fantastico, luci colorate, musica bellissima con ragazzi e ragazze che ballavano in pista.
Ricordo come se fosse un orgasmo il disco che stavo ascoltando in quel momento, era un 45 giri di Van Mac Coy, sono rimasto attaccato al muro ad ascoltare per la prima volta una selezione musicale di disco-music anni 70′, ero in estasi e a un certo punto sono andato a vedere da dove arrivava la musica.
Fino ad allora per me la musica era solo la Radio, Tv e Jukebox, mi avvicino alla consolle vedo un ragazzo che faceva girare i 45 giri miscelandoli e sfumandoli tra di loro.
Ho cominciato a fissarlo e guardarlo per un’ora e alla fine mi sono detto, “io voglio fare quello” non sapendo neanche che si chiamasse DJ.
Quello è stato il primo momento in cui compresi che avrei fatto il Dj nella mia vita.
5 Domande a Gianni Parrini DJ
Quando hai compreso per la prima volta che eri in grado di fare il Dj come professione e di avere la capacità di far ballare tante persone sulla pista da ballo?
Inizialmente la mia passione in Discoteca fu il ballo, un amore sfrenato per la danza.
Pensavo di diventare un ballerino professionista vista la mia vocazione e la mia passione.
Oggi affermo, che l’esperienza della danza mi ha fatto comprendere il segreto di come far ballare le persone in pista. Per 7 anni di fila, 5 giorni la settimana andai a ballare nella discoteca il Punto che nel frattempo era diventato il luogo dove vivevo i miei sogni.
Nel 1979 mi trasferii nella Riviera Adriatica, a Gabicce Mare, il mio amico proprietario della discoteca il Punto Massimo Bersano, divenne proprietario della Baia Degli Angeli e mi chiese di seguirlo in Romagna.
Con entusiasmo mi trasferii con la famiglia in quella bellissima avventura.
Alla Baia Degli Angeli conobbi Dj Mozart, il quale mi ispirò tantissimo nella mia formazione di Dj e scoprii anche tanti generi musicali incredibili;
Da lui imparai anche l’arte di creare l’onda alchemica del Dj Set e imparai la tecnica di mixaggio.
Fu un vero maestro per i miei occhi, per le mie orecchie e per il mio cuore. Quella scuola da Dj che appresi, l’ho poi sperimentata per la prima volta nel 1981 all’inaugurazione del primo Cellophane;
per sei mesi ho mixato ed ho fatto ballare per la prima volta migliaia di persone in quella stagione estiva, e proprio lì, in quell’istante realizzai che il Dj era l’unico lavoro che volevo fare. D
a lì iniziò la mia carriera come professionista e fu il trampolino di lancio nel mondo della notte. Poi proseguì nel 1982 alla Discoteca Vallechiara di Riccione, nel 1983 alla Discoteca “Geo“ di San Mauro Pascoli di proprietà dell’altro Mondo Studios.
Questa fase della mia carriera è stata molto importante. Feci esperienza suonando musica commerciale, ai tempi i gestori di quelle discoteche dove lavoravo non mi permettevano di sperimentare nuovi generi musicali.
Ma la svolta della mia carriera stava per arrivare.
5 Domande a Gianni Parrini DJ
Quando hai avuto inizialmente la possibilità di diventare un dj di successo e di avere un seguito di Fans per il genere di musica di tendenza che proponevi?
L’anno che mi ha visto diventare un dj di successo è stato il 1984.
L’anno in cui diventai Dj Resident della Discoteca cult di Cattolica, L’INSOMNIA, fantastica, innovativa e di forte tendenza sia musicale sia nella moda, un meraviglioso laboratorio di artisti di ogni genere.
In quegli anni era la top dei club alternativi e modaioli.
Per me è stato l’apoteosi della sperimentazione creativa, potevo suonare ogni genere musicale e la gente mi seguiva in pista ad ogni mia ispirazione creativa, suonavo musica elettronica degli anni 80 e altri generi musicali molto diversi tra di loro, ma sapevo sapientemente miscelarli tra di loro in una alchimia magica.
E? stato fantastico mixare in quel periodo, ho fatto diventare la musica di tendenza un prodotto seguito come la musica commerciale, un successo enorme per me che nell’arco di due anni mi ha fatto diventare il DJ più conosciuto e seguito nelle regioni della Adriatic Coast, la Romagna e le Marche.
Per me il decennio degli anni ‘80 sono Stati anni in cui ho fatto un grande salto di qualità nella mia carriera di Dj, ero molto seguito anche allora e avevo già tanti fans che mi seguivano e amavano ciò che creavo mixando.
I migliori Club dell’epoca che mi hanno visto assoluto protagonista sono stati, nel 1984/85 L’INSOMNIA a Cattolica, nell’estate del 1985 LILLI MARLEEN a Misano Adriatico, nel 1986 RIPADISCOSCESA di Rimini, nel 1986 il BARCELLONA a Rimini, nel 1987 il COTTON Club di Cervia, il VELENO a Cairano San Marco (Treviso) nel 1988 la BAIA IMPERIALE di Gabicce Mare, nel 1989 il PARADISO Club di Rimini, e il CAP CREUS di Imola.
In questo decennio dagli anni 80 agli inizi degli anni 90 ho avuto la possibilità di potermi esprimere a grandi livelli, ma ancora non ero famoso a livello nazionale, ma qualcosa di assolutamente fantastico stava arrivando per me e la mia carriera ancora in forte ascesa.
5 Domande a Gianni Parrini DJ
Come hai fatto a diventare una icona nel mondo della notte delle discoteche italiane e come sei riuscito a diventare un famoso dj internazionale?
L’anno 1990 è sicuramente stato l’anno della mia consacrazione come Dj famoso in italia e all’estero, sopratutto in Svizzera.
La svolta è arrivata quando un mio carissimo amico Davide Nicolò direttore artistico mi propose di diventare Dj Resident di una nuova discoteca nella collina di Riccione, Il Cocorico.
La Piramide.
Era da diverso tempo che desideravo ritornare a lavorare nella collina di Riccione, sentivo che stava per accadere qualcosa di molto importante per me e ci stavo lavorando energicamente.
Quella proposta arrivò come un grande dono per me, in quel momento tutto si incastrò perfettamente. Ero nel posto giusto, nel momento giusto della mia carriera, una coincidenza astrale molto importante.
Si manifestò per portare a compimento il mio destino, potevo finalmente esprimere al massimo tutte le mie capacità artistiche ed il mio talento come Dj.
E cosi è nata la mia leggenda che mi ha fatto conoscere come uno dei Dj pionieri e più acclamati dalla scena italiana e internazionale.
Il Cocorico, discoteca fantastica, la quale mi ha permesso di esprimere e creare con il mio talento una proposta musicale basata sulla mia conoscenza musicale che iniziai ad acquisire nel 1973 con generi musicali come la Disco Music 70/80/90, il Funky, L’Afro, la Tribal e la prima Musica Elettronica anni 70/80/90, la New Vawe, la New Beat.
Al Cocorico mixavo dj set di 6/7 ore di seguito, creando alchimie musicali incredibili; conservo ancora i Master di quei dj Set memorabili, perle di rara bellezza musicale.
Tutta questa notorietà mi portò ad avere tantissime richieste, per circa un decennio mixai in 250 serate all’anno, viaggiando in lungo e in largo tra l’italia e la Svizzera.
Sono state le due nazioni che mi hanno accolto con tanta riconoscenza, amore e immensa amicizia e tutto questo mi ha poi permesso di suonare ovunque.
Ho avuto la possibilità di suonare anche in Francia, Germania, Austria, Lussemburgo, Marocco, India, un Tour infinito di serate memorabili dove ho mixato musica fantastica, portato gioia e felicità nei tantissimi cuori di chi veniva ad ascoltarmi per ballare e divertirsi con la mia creatività.
Oggi posso dire che il decennio che va dal 1990 al 2000 è stato per me la massima espressione di tutto quello che volevo vivere e sperimentare con la musica.
Dal 1990 in poi i miei dj set musicali erano composti da generi Elettronici Melodici come la Dream, la House, la Techno, la Trance e la Progressive; questa alchimia di generi musicali miscelati tra di loro mi permettevano di creare un mio genere musicale ben definito che mi ha caratterizzato con certe sonorità che amo definire come genere, la Dream Music (Musica Sognante), questo termine, ad esempio, l’ho coniato nel 1993, quando uscì il mio primo album “I LOVE THE DREAM PROJECT”.
In onore all’amore potevo esprimere attraverso la musica che suonavo.
Questo genere conteneva in sé una magia musicale, le potenti ritmiche elettroniche con la magia sognante delle melodie poetiche creavano nei danzatori una vibrazione di gioia e felicità che portava in uno stato straordinario di estasi divina.
E con questo voglio dire che oltre alla capacità tecniche come dj, oltre alla selezione musicale, oltre all’esperienza che un dj deve avere per suonare e far ballare le persone in pista, sono andato oltre.
Con il mio intuito sono riuscito a connettermi alla vibrazione della mia anima per portare le giuste sonorità che permettevano di ricreare quella magia musicale.
Questa spiegazione che ho raccontato è la parte segreta del mio grande successo come Dj, le persone che vanno in discoteca hanno bisogno di essere felici, estatici, di dimenticare la mente condizionata dal caos delle false informazioni e dalle illusioni di questa società umana.
Ho saputo cogliere questo aspetto nella musica e l’ho fatto diventare una fortissima energia di connessione tra me e i miei Fans. Siamo nel 2021 e, ancora oggi, i mie Fans si ricordano di tutte le emozioni che sapevo trasmettere nei miei dj set attraverso l’alchimia della Dream Music.
Ci Sono dei brani che mi rappresentano e che fanno parte della mia storia personale, del mondo della Dream/Trance/Techno/Progressive House e, sono produzioni create insieme ad amici artisti come Florian Fusato, Daniele Cimitan, Roland Brant, Leo Rosi, per citarne alcuni.
I titoli di queste perle musicali sono, Opera 12 /Remix, Cosmopolis, Poem Without Word, Love Devotion, Heroes, Take Me Away, White Blow, New Yearsday, Nuclear Sun (Remix 94). Nel 2013 ho fondato una nuova etichetta che si chiama 432hzparrinirecords che ha l’intento di promuovere nuovi singoli con la frequenza divina del 432hz; ora sono uscite due nuove produzioni a me molto care, dal titolo Fly (Mauro Gee & Claudio Tempesta Remix), What A Joy – Feat Veeresh (con 19 remix).
Ed eccomi arrivato ai giorni nostri, e qui mi fa enorme piacere citare l’amico carissimo Dj Sammy Love.
E’ grazie a lui che ho deciso di ritornare a produrre nuove produzioni musicali di New Dream Music con la sua etichetta discografica, La D SIDE.
Diciamo che non ci ha messo molto a coinvolgermi nel suo nuovo progetto di riportare in vita questo vecchio genere musicale della Dream Music.
Sammy sta continuando a riproporre quello che avevo fatto io in passato e sono molto felice di sostenerlo, e lo invito a dedicare il suo tempo creativo e quello manageriale nel far rivivere con le sue nuove produzioni quelle emozioni di magia che solo certe melodie magiche, poetiche, fiabesche sanno riportare nei cuori la connessione con il proprio essere divino Danzante.
Noi siamo fatti di Musica: la nostra vera e reale natura è la VIBRAZIONE.
Oggi ringrazio gli amici artisti che mi hanno permesso di uscire con le nuove produzioni con la D SIDE.
Ricky Galliano, con la musica paradisiaca di “CELESTIAL”, Gianni Ever King Dj con OUTLAND e PLANETS Of MELODIES (Bellissime tracce di Trance Melodica), Sammy Love con il Brano “MONDO” dove la bellissima voce di Lamuh ci ricorda di come aprire e sentire la voce della nostra Madre Terra.
Questo brano mi è molto piaciuto perché aiuta a ricordarci del rispetto e della Gratitudine che dobbiamo alla madre terra per l’esperienza della vita che noi stiamo vivendo ogni giorno.
E con questo ringrazio tutti gli amici che stanno leggendo queste mie parole, raccontando una parte della mia storia artistica come dj e produttore.
Seguitemi ancora, ho tanto ma tanto di meraviglioso da condividere attraverso la musica che l’esistenza ci permette di canalizzare e creare con le nostre idee musicali.
Auguri di Fine Anno nell’ultimo articolo del nostro blog del 2020, l’anno più strano ed incredibile che le generazioni nate nel dopoguerra abbiano mai vissuto.
Ci è sembrato di vivere la trama di un film di fantascienza ed invece era la vita reale.
Per i Dj, i musicisti , i produttori musicali, le etichette discografiche etc etc, è stato un anno di vera sofferenza, la mancanza quasi totale di eventi live ha portato tutta la categoria ad un crollo del fatturato.
Mentre la mancanza di eventi live e la quasi completa chiusura dei locali porterà al crollo delle ripartizioni SIAE e del Diritto d’Autore di Gennaio.
Il tutto nella più completa indifferenza delle istituzioni che hanno sempre snobbato le nostre deboli categorie, ritenendole superflue per il funzionamento del paese.
Molti di noi si sono dovuti reinventare una vita di sana pianta, molti hanno dovuto abbandonare la musica (in ogni sua forma) per intraprendere altri lavori.
A loro soprattutto vanno i nostri Auguri di Fine Anno
Altri invece si sono potuti concentrare maggiormente su alcuni aspetti ai quali prima dedicavano meno tempo.
Forse è proprio questa la chiave di lettura che abbiamo avuto in Jaywork, la completa mancanza di serate ed eventi ha portato la nostra squadra a dare il mille per cento, ha portato tutti i nostri collaboratori a concentrarsi ancora di più sul lavoro nella etichetta.
In questo anno abbiamo pubblicato così tante releases che delle volte guardandoci indietro ci sembra impossibile essere riusciti a fare così tanto lavoro.
Abbiamo dato voce e sfogo a decine di produttori che invece di aspettare passivamente gli eventi che capitavano hanno deciso di dare un senso almeno musicale a questo anno.
Ci siamo trovati a ricevere decine di brani ogni settimana cercando di accontentare tutti e cercando di pubblicare più brani possibile perché avevamo capito che molti di loro avevano bisogno proprio di questo.
I brani non possono e non devono essere tutti dei capolavori lo sappiamo bene, ma possono essere un premio al lavoro ed alla buona volontà di tanti ragazzi che provano a farsi strada in questo mondo particolare e magico che è quello della musica.
A questi ragazzi vanno i Nostri Auguri di Fine Anno
Ed è proprio per questa ragione che, pur avendo passato un anno difficile come tutti, noi di Jaywork possiamo ritenerci soddisfatti, possiamo chiudere questo 2020 orgogliosi di tutto il lavoro che abbiamo fatto assieme ai nostri produttori.
E di tutto il lavoro fatto insieme ai nostri A&R delle varie etichette e a tutti quelli che hanno ricevuto le nostre email e che con grande pazienza hanno aperto e hanno trovato dai brani da inserire nelle loro playlist e nei loro radioshows.
Non vogliamo fare una classifica e menzionare alcuni collaboratori invece che altri, ma vogliamo fare un ringraziamento a tutti quelli che hanno creduto nel lavoro di Jaywork e credono assieme a noi alla possibilità di crescere e di raggiungere dei grandi risultati.
A tutti voi il nostro ringraziamento ed un Augurio di un Buon 2021 con la nostra e la vostra musica.
AUGURI DI BUON ANNO da Luca Facchini & Luca Peruzzi con questo regalo per VOI
In questo articolo nel nostro super dedicato a tutti produttori, musicisti e dj parliamo di come produrre un video lyrics con poco budget a disposizione.
Se non siete degli smanettoni di programmi per la creazione di video oppure semplicemente volete dedicare il vostro tempo alla musica ed alla promozione dei vostri brani, sicuramente siete alla ricerca di risolvere il problema del video.
Oggi è importante essere presenti su YouTube con la propria traccia, infatti YouTube è ancora il mezzo più utilizzato per ascoltare gratuitamente musica in tutto il mondo e questa tendenza non sembra arrestarsi nonostante la concorrenza di tantissimi competitor sul mercato.
Se Fare un Video Clip vuol dire investire un capitale importante e non sempre si è nella possibilità di avere a disposizione la somma che serve per fare un buon lavoro.
Quindi bisogna attivarsi e adesso vi spieghiamo come produrre un video lyrics con poco budget a disposizione.
Poco Budget e poco tempo a disposizione, il problema oggi sostanzialmente è sempre quello.
Nella musica usa e getta di questo periodo il bisogno di sfornare continuamente nuove releases per rimanere sul mercato coi pone davanti ad alcune scelte importanti.
Per fare un video lyrics in poco tempo e con costi sostenibili il metodo più veloce è quello di rivolgersi a Fiverr , una piattaforma veramente incredibile.
Iscrivetevi a Fiverr e cominciate a navigare all’interno di questa piattaforma.
Potete connettervi con artisti di ogni genere provenienti da ogni parte del mondo che mettono a disposizione le loro capacità e le loro professionalità.
Chiaramente su Fiverr potete scegliere tra centinaia di proposte con stili e costi differenti, andate a vedere i lavori che più vi piacciono e poi contattate il venditore.
Come produrre un video lyrics con poco budget:
Su Fiverr sono tutti molto professionali e le tempistiche sempre rispettate.
Potete pagare direttamente con PayPal e Fiverr in automatico si tratterrà la percentuale che gli spetta.
Al termine del lavoro non dimenticate di dare una piccola mancia a chi vi ha fornito il servizio, questa cosa può creare un ottimo rapporto di collaborazione per lavori successivi.
Noi possiamo consigliarvi questo Artista con il quale collaboriamo da tempo per i nostri Video Lyrics: https://www.fiverr.com/lyric_video
Ma sicuramente cercando tra le centinaia di proposte troverete qualcuno che attirerà la vostra attenzione.
Quindi non perdete altro tempo e non perdete l’occasione per avere assieme al vostro brano un video lyrics degno di questo nome.
Quattro chiacchiere con Riccardo Cioni DJ in vista dell’uscita del Remix Ufficiale del suo grande successo IN AMERICA del 1982.
Con grandissimo piacere ospitiamo lo storico DJ Riccardo Cioni all’interno del nostro BLOG, per far conoscere ai più giovani uno dei personaggi storici dei Club Italiani e Internazionali e per far ricordare ai più grandi il mondo e le sonorità degli Anni ’80.
Facendoci raccontare la storia da uno dei padrini dell’Italo Dance.
Prima di cominciare la breve intervista vi invitiamo a riguardare con occhi nostalgici il video di In America con Riccardo ospite a Discoring.
Ma iniziamo le Quattro Chiacchiere con Riccardo Cioni DJ :
Sei stato uno dei pionieri Italiani della professione del DJ, ci racconti quali sono state le difficoltà ad iniziare un lavoro così strano per l’epoca ?
Quando inizi una professione nuova che nessuno conosce la difficoltà è farla conoscere.
Quando ho iniziato, nei locali la musica la facevano le orchestre e i gestori non avevano idea di quello che un dee jay potesse fare, erano convinti che il pubblico non volesse ballare con la musica riprodotta dai dischi.
Nel 1975 era da poco nata l’Associazione Italiana Disc Jockey AID, che con la collaborazione delle case discografiche, regalava ai gestori dei pacchi promozionali di dischi. Questo ha contribuito a promuovere il D.J. al quale facevano mettere la musica durante la pausa dell’orchestra.
Il pubblico apprezzava molto e i gestori dettero sempre più spazio ai dee jay .
Domanda che ti faccio per raccontare ai più giovani quali erano le tecnologie del tempo.. con quali piatti e mixer hai iniziato a lavorare e come è stato il tuo passaggio al digitale prima con i cd e poi con mp3 oppure continui a preferire il vinile ?
I miei primi giradischi sono stati Lenco, il mixer era artigianale con due cursori quando abbassavi uno potevi alzare l’altro, il tutto montato sulla consolle Montarbo, roba da Preistoria vista da oggi ma allora era il futuro.
Con il passare dei mesi l’industria mise sul mercato attrezzature più moderne e i piatti più acquistati dai D.J. furono i Technics 1200 MK2.
Nel 2000 con l’avvento dei CD ci sono stai dei benefici concreti, uno per tutti, poter portare tantissima musica con un peso contenuto.
Niente più bauli pesantissimi ma cofanetti e raccoglitori.
Con il digitale per il DJ è stata una vera rivoluzione, io ho scelto di lavorare con la consolle con 2/3 lettori CD con funzione vinile. Altri hanno optato per computer e pennette.
Nei primi anni ’80 hai contribuito al successo della Italo dance nel mondo , come è arrivato il successo e come lo hai vissuto e gestito ?
Quando nel 1978 ho iniziato a fare produzioni discografiche avevo tantissima passione. Essendo un musicista ho coinvolto i miei colleghi musicisti livornesi bravissimi e una vera miniera di idee. Fra tante produzioni quella che ha avuto più successo è stata “In America” 1982, un successo internazionale ai vertici delle classifiche di mezzo mondo. Questo brano ha un sound magico che non ha tempo. Quando ancora si potevano fare le serate tutte le volte mi chiedevano In America.
Come per tutti gli artisti dopo i momenti di grande successo arriva anche una flessione data dai cambiamenti dei gusti degli ascoltatori, tu come sei riuscito a lavorare per tanti anni in un mondo così difficile ?
Si dice che chi fa il lavoro che ama non lavora mai un giorno in vita sua. Il primo ingrediente per fare il DJ è la passione per la musica e almeno conoscerne le basi. Come tutte le professioni artistiche quello che fa la differenza è il talento, quel quid che ti differenzia dagli altri e che ti fa preferire dal pubblico.
Se poi hai anche un buon ufficio stampa allora sei a cavallo.
Si esauriscono qui le Quattro Chiacchiere con Riccardo Cioni DJ, ricordando che dall’11 Dicembre 2020 sarà disponibile su tutti i Digital Stores il remix Ufficiale di In America prodotto da Luca Peruzzi & Matteo Sala per Jaywork Music.
Come creare la TUA Label, sicuramente se sei un produttore o hai intenzione di vivere e guadagnare con la tua musica ci stai pensando.
Una tua etichetta dove mettere le tue produzioni e inserire anche brani provenienti dai tuoi contatti che rispecchiano esattamente il tuo gusto musicale.
Potrai diventare uno scopritore di talenti e incominciare un percorso discografico completo.
Mai come in questo momento, in tantissimi ci stanno chiedendo informazioni su come aprire una etichetta discografica e su come effettuare correttamente tutti i passaggi senza trascurare nulla.
Partiamo dal principio dalla vecchia discografia, solamente qualche anno fa aprire una tua Etichetta era una cosa molto difficile se non impossibile e sicuramente destinata ad una élite di produttori.
Comunque si preferiva lavorare per dei “brand discografici” famosi in modo da migliorare il proprio curriculum.
Con l’arrivo della musica liquida / digitale questa situazione è decisamente cambiata a TUO favore.
Infatti oggi anche un artista o produttore può aprire la sua Label in maniera abbastanza semplice ed in tempi piuttosto brevi, ma questo percorso nasconde molte insidie e tante trappole.
Ma andiamo al sodo, come creare una tua Label e quali passi fare.
Prima di tutto devi pensare ad un nome che non sia già stato usato da altri (controlla sugli Stores) e che rispecchi il mood della tua musica e del tuo stile,.
La stessa cosa vale anche per il logo che deve essere chiaro e visualizzabile perfettamente anche a dimensioni molto piccole.
Per il confezionamento del logo professionale ti consigliamo di rivolgerti ad un grafico che abbia già avuto modo di progettare una immagine di questo tipo.
Attenzione : Del logo fatti preparare tutte le dimensioni utili per i vari usi sul web.
A questo punto hai il nome e il tuo logo.
Dopo il Come Creare la tua Label arriva il Come gestire la tua label:
Adesso passiamo alla parte più importante , quella musicale, devi avere già pronti alcuni brani per essere coperto con un certo numero di uscite.
Il mio consiglio è di essere piuttosto presente nel mercato con la tua nuova etichetta e di programmare una release alla settimana o al massimo ogni 15 giorni.
Non dimenticarti che per ogni release devi avere una grafica di copertina già pronta.
Fatte queste operazioni devi subito essere presente sui social aprendo la pagina Facebook ed il profilo Instagram, non dimenticarti il profilo su Soundcloud e il canale YouTube.
A tua discrezione gli altri social come TikTok, Switch etc etc.
Non trascuriamo la parte del Diritto D’Autore
Prima di pubblicare i tuoi brani devi sicuramente depositarli o in SIAE o SOUNDREEF per il diritto d’autore e per accertarti che le opere non vengano depositate da altri.
Per essere coperto e sicuro di recuperare tutti i proventi dovresti avere una tua Società Editoriale.
All’inizio questa operazione sarà troppo dispendiosa per te e quindi ti puoi appoggiare ad un Editore già operante sul mercato che, tenendo per se una quota ,ti girerà la parte rimanente.
Questi accordi chiaramente non possono essere solamente verbali ma devono essere sanciti da un contratto (ben fatto), puoi leggerti questo nostro interessante articolo sui contratti discografici.
Se intendi pubblicare nella tua etichetta anche brani di altri devi far firmare loro un contratto discografico ed editoriale.
Il contratto deve essere preparato ad hoc per la tua etichetta.
Annualmente fare i rendiconti agli artisti che hanno lavorato con te, cioè pagare a loro la quota stabilita (Royalties) sui brani che ti hanno dato in distribuzione.
Arriviamo al passo finale, devi decidere di aprire un contratto direttamente con un distributore digitale e scegliere quello più adatto al tuo tipo di musica.
Non ti sarà possibile caricare direttamente i tuoi brani sia su iTunes che su Spotify o Beatport ma devi avvalerti di un interfaccia chiamata AGGREGATORE come può essere Discology.
L’aggregatore farà questo lavoro per te mettendo i brani della tua etichetta su tutti i digital stores che accettano il genere da te proposto e chiaramente si tratterranno una parte del profitto generato.
Ricordati che facendo un contratto per pochi brani e per solo un etichetta la percentuale trattenuta sarà piuttosto alta.
Adesso la TUA Label è finalmente on line
Se hai fatto tutto il lavoro in modo corretto l’aggregatore digitale potrà confermare la tua etichetta e dare il via libera alle tue prime releases.
Tutto questo lavoro che hai fatto e che dovrai continuare a fare, si sommerà alla routine quotidiana.
Alla promozione, alla realizzazione di video o video lyrics, all’invio di newsletter (se disponi di una banca dati interessante).
Non puoi trascurare la creazione dei contenuti social e forse mi sono sicuramente dimenticato qualche cosa.
Ma esiste un metodo sicuramente più veloce e più redditizio.
Per semplificare tutto questo lavoro puoi creare una tua etichetta e farla distribuire da una Casa Discografica con Società Editoriale esistente.
In breve tempo potrai realizzare il tuo sogno di avere una tua Label e lasciare a te tutto il tempo per gestirla artisticamente.
Una società già operante sul mercato può far approvare in breve tempo la tua etichetta su tutti i portali.
Può garantirti una forma contrattuale corretta per i tuoi brani e per quelli dei tuoi artisti, recuperare per tuo conto tutti i diritti e fare al tuo posto la rendicontazione agli artisti.
Noi stiamo già facendo questo lavoro con moltissimi produttori che hanno voluto crearsi una propria “casa” musicale.
Possiamo affiancarti nella creazione della tua label partendo da zero e seguendoti passo dopo passo.
A questo punto non devi fare altro che iniziare questo percorso, incomincia a creare la tua prima etichetta e diventa un A&R !
Scrivici alla email office@jaywork.com per avere tutte le informazioni dettagliate per come Creare la TUA Label.
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Come Esibirsi in Regola è la cosa più importante per chi effettua una qualsiasi esibizione in pubblico e diviene automaticamente un lavoratore.
Non date peso alle voci che per svariati motivi dicono che potete essere sollevati dal pagare la vostra agibilità.
Quindi ogni volta che vi esibite ricordate che state svolgendo una attività lavorativa che deve essere regolamentata sia fiscalmente che a livello previdenziale.
Come esibirsi in regola, Cominciamo a capirci qualcosa di più:
L’agibilità :
E’ il documento che certifica che per la prestazione artistica effettuata il datore di lavoro verserà i contributi .
Il documento di Agibilità non ha un costo fisso ma varia in percentuale al cachet percepito (La quota esatta è il 33% e quindi se ci sono cooperative o associazioni che vi garantiscono “agibilità ex ENPALS a costo fisso indipendentemente da quanto si fattura” probabilmente NON OPERANO CORRETTAMENTE).
Chi è il datore di lavoro ?
1) Il proprietario del Locale o l’organizzatore dell’evento che sono tenuti a garantire la corretta copertura assicurativa e previdenziale.
2) L’artista che ha una sua partita IVA ed emetta regolare fattura (garantendo egli stesso il pagamento dell’agibilità).
3) L’artista è iscritto ad una Cooperativa che in quel caso è il datore di lavoro. (NOI VI SEGNALIAMO LA NRG COOP)
Come esibirsi in regola senza pagare INPS Gestione Ex ENPALS.
Ci sono solo 4 ragioni per lavorare davanti ad un pubblico senza l’obbligo di versare l’agibilità:
a) State versando un’altro tipo di contributi (avete un lavoro fuori dal campo artistico) e state già versando i contributi nella giornata in qui vi esibite.
b) Siete Studenti e non avete ancora compiuto 25 Anni.
c) Siete Pensionati ed avete superato i 65 Anni.
d) Avete meno di 18 anni.
Tutte queste ragioni sono valide a patto che suoniate musica dal vivo e non superiate il reddito annuale di 5.000€ dal lavoro Artistico che svolgete, se li superate e rientrate in una delle categorie sopra citate in tal caso siete costretti a pagare ugualmente il compenso tramite Agibilità ed a versare i relativi contributi.
Nel caso siate un DJ e non suonate dal vivo con strumenti musicali siete sempre (SEMPRE) obbligati ad aprire l’agibilità per il vostro servizio.
In tutti i casi, è inutile dirlo, non potete assolutamente lavorare al di fuori delle regole.
Se dovete percepire un compenso potete farlo esclusivamente con queste 3 possibilità:
1) Ritenuta d’acconto al Locale per prestazione occasionale.
2) Fattura, se avete partita IVA.
3) Fattura della Cooperativa alla quale siete iscritti.
Per completare l’analisi parliamo di quegli eventi senza scopo di lucro oppure esibizioni dove l’intero ricavato viene devoluto in beneficenza, in questi due casi potete esibirvi senza agibilità facendo una semplice autocertificazione.
Comunque nel caso abbiate dubbi, prima di effettuare la vostra esibizione dal vivo consultate il vostro commercialista o rivolgetevi ad una cooperativa.
PER COMPLETARE L’ANALISI DELLE PRESTAZIONI BISOGNA ESSERE INFORMATI ANCHE SULLA COMPILAZIONE DEL BOLLETTINO SIAE RIGUARDANTE I BRANI ESEGUITI IN PUBBLICO, SEGUITE IL NOSTRO ARTICOLO PER CAPIRE COME FARLO IN MODO CORRETTO : BORDERO’ SIAE
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Chi lavora nella musica ne ha sicuramente sentito parlare, anche perché recentemente sembra che la nebbia che circondava i Diritti Connessi si stia diradando, grazie a questo tanti artisti riescono a beneficiare in modo corretto di questi diritti.
Infatti in rete si trovano tantissimi articoli e blog che parlano di cosa sono i Diritti Connessi.
Diritti Primari : Sono quei diritti provenienti dal diritto d’Autore e vengono corrisposti ad Autori – Compositori – Società Editoriali
Diritti Secondari : Diritti Connessi che vanno corrisposti a chi ha Suonato, Mixato, Prodotto e Finanziato il progetto e Diritti di Copia Privata (provenienti da tasse applicate su supporti digitali , Chiavette USB, CD Masterizzabili , Hard Disk Etc Etc).
Per approfondire questo discorso vi invitiamo a leggere il libro di Massimo Bonelli intitolato La Musica Attuale
Partiamo dall’inizio: La Siae si occupa del Diritto D’Autore , raccoglie e divide i proventi con gli associati Autori/Compositori ed Editori e sempre la Siae si occupa anche di raccogliere i Diritti Connessi per alcune categorie (Pubblici Esercizi, Discoteche, Discobar, Feste private) poi li ridistribuisce a chi invece si occupa della gestione di questi proventi conto terzi.
SCF si occupa della raccolta di diritti connessi per le altre categorie (Palinsesti Musicali , Radio Tv e WEB).
Le Società che gestiscono i Diritti Connessi devono ridistribuire il denaro raccolto agli Artisti iscritti che hanno partecipato ad un opera ed al Produttore (chi ha messo fisicamente o digitalmente sul mercato l’opera).
Chi percepisce i Diritti Connessi sono tutte le figure che hanno contribuito a creare un brano anche se non sono gli autori dello stesso.
Quindi, cantanti , musicisti, remixer e tutte le figure coinvolte avranno diritto a percepire una quota dei diritti connessi.
Il Produttore percepirà la sua parte a prescindere che sia o meno l’editore dell’opera.
Cosa sono i Diritti Connessi quindi ?
Sono il diritto sullo sfruttamento economico dell’opera registrata su supporto fisico oppure digitale.
Ogni qualvolta il vostro brano viene programmato per radio , tv o altra pubblica esecuzione genera sia Diritto D’Autore che Diritto Connesso.
Se in questo momento voi non siete iscritti ad una Società di Gestione dei diritti connessi ed avete prodotto brani che sono stati pubblicati e programmati, sia che siate la Società che ha prodotto e pubblicato sia che siate un artista che ha partecipato alla creazione, STATE PERDENDO DENARO !
Poco o tanto non si sa, quello è in base alla diffusione e al successo commerciale dello stesso.
Se siete una Società che Produce contenuti musicali o video iscrivetevi ad una Società di gestione del diritto connesso (in Italia GETSOUND – ITSRIGHT – SCF). Se siete un artista iscrivetevi ad una delle svariate Società che si occupano della raccolta dei di questi diritti (Possiamo segnalare NUOVO IMAIE).
Chiaramente queste Società che fanno per Voi il lavoro di raccolta dei proventi generati nel mondo si trattengono una percentuale della cifra che riusciranno a recuperare.
Fate attenzione, quando firmate un contratto discografico controllate che non ci sia la clausola della cessione dei Diritti Connessi, purtroppo negli anni passati la poca chiarezza su questo tipo di diritti ha fatto guadagnare soldi a Società Discografiche che contrattualizzavano anche questo diritto spettante invece a chi ha creato l’opera.
E come sempre il nostro consiglio è che l’unico modo di tutelarsi economicamente e contrattualmente come artista è quello di informarsi il più possibile.
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Campionare, ossia utilizzare una registrazione di altri per realizzare un’opera differente, cioè il nostro brano è assolutamente vietato dalla legge.
Con l’esplosione della musica elettronica e di tutti i supporti ad essa collegati questo modo di “creare” brani nuovi è diventato comune, molti giovani produttori credono addirittura che sia consentito e non serva alcuna richiesta o licenza per attuare questa procedura e utilizzare i sample in modo corretto.
Questa mancanza di chiarezza e conoscenza può portare a delle gravissime conseguenze.
COME UTILIZZARE I SAMPLE IN MODO CORRETTO
Partiamo dall’inizio :
Chi realizza una registrazione, mettendoci il lavoro e i soldi necessari, ne è il produttore fonografico e ha vari diritti esclusivi sulla propria registrazione, tra cui quello di quello di riproduzione in copie e di elaborazione:
due diritti che vengono violati se includo una registrazione altrui nella mia. Inoltre molti trascurano che fare uso di campioni comporta l’uso di due cose diverse: a) da una parte, di una registrazione fonografica; b) dall’altra, se inclusa nel campione, di un’opera musicale (cioè del testo e/o della melodia) suonata nella registrazione. La logica del diritto d’autore è proprio quella di tutelare i creatori. Per essere in regola si dovrà ottenere un doppio permesso:
a) dall’editore musicale dell’opera (o direttamente dagli autori, se non c’è l’editore), quanto alla musica;
b) dal produttore fonografico, quanto alla registrazione (reperibile nei crediti del disco alla voce “P”).
Avere uno solo dei due permessi non consentirà di utilizzare ciò che non è stato autorizzato. E il rispetto dei diritti spettanti a tutti coloro che sono coinvolti è fondamentale: si dia rispetto per avere rispetto. Anche per consentire la sufficiente professionalità a chi lavora e investe nel settore.
Rischi sull’utilizzo dei Sample:
Sia responsabilità civili che penali. In sede civile, in particolare, si può rischiare una causa con richiesta di risarcimento danni, oltre a poter subire il ritiro del prodotto dal commercio (a spese del violatore). In sede penale vi sono come minimo sanzioni amministrative pecuniarie, oltre a possibili sanzioni detentive nei casi più gravi. Come visto sopra , nel caso di un sample avremo violazioni verso ben due categorie di soggetti: gli editori/autori e i produttori fonografici, a cui dovremo ripagare i danni e che potranno sporgere querela.
Come campionare legalmente:
Abbiamo due strade possibili per farlo in tutta legalità e tranquillità: a) ottenere il permesso, scritto, dai titolari dei diritti (contattandoli direttamente e trattando se, come e a quanto fare uso del campione; oppure può essere il caso delle librerie di campioni che vengono rilasciate al pubblico con licenze che permettono il sampling); b) usare solo materiale in pubblico dominio (ovvero: sono decorsi oltre 70 anni dalla prima pubblicazione della registrazione, per quanto riguarda il libero uso della registrazione; sono decorsi oltre 70 dalla morte dell’autore o dall’ultimo dei coautori, se sono più d’uno).
Siti con licenza Creative Commons:
Attenzione perché molti pensano che le licenze CC permettano libertà assoluta, ma non è così. Vi sono diverse licenze CC, bisogna leggere con attenzione quale è stata applicata dal titolare alla propria opera. In molti casi il titolare avrà permesso il libero utilizzo non commerciale: cioè se voi volete usare la musica altrui come campioni, ne fate un uso commerciale (anche se non ci guadagnate nulla in concreto!) e quindi vietato.
Si deve poi rispettare una serie di possibili altre condizioni, ad es. il dover sottoporre alla medesime condizioni di licenza CC il proprio remix! Insomma, la scelta di musica in CC non va fatta con superficialità.
Sì ma sono casi molto limitati e difficili da definire chiaramente, per cui è meglio non rischiare.
Tuttavia nel concreto si fa una valutazione caso per caso da parte del giudice in causa. Diventa molto difficile avere certezze a priori.
Rielaborare i sample:
Qualcuno potrebbe sempre riconoscere il campione, pur distorto rielaborato e filtrato e farvi causa. Oltretutto nella migliore delle ipotesi si potrà passarla liscia quanto alla riproduzione della registrazione, ma resta scoperto il profilo dei diritti d’autore (vedi la prima parte dell’articolo): tutti capiranno comunque che melodia o testo avete utilizzato, pur distorto al massimo. E non pensate sia così difficile capire se è stato campionato qualcosa: spesso basta una spettrografia per ottenere un confronto sufficiente tra due registrazioni e scovare il sample “rubato”.
Perché molti produttori utilizzano campionamenti in brani famosi:
Nella maggior parte dei casi in realtà il produttore ha preso accordi con i titolari, anche se la cosa non è molto reclamizzata. Altri invece hanno effettivamente violato i diritti altrui e il titolare ha lasciato correre, forse perché ritiene la cosa più una promozione che una violazione.
Altri ancora sono in finiti in causa, magari perdendola e dovendo pagare i danni (Michael Jackson, Rihanna,Jay Z, 50 cent, Kanye West, MC Hammer, e anche Madonna…).
COME UTILIZZARE I SAMPLE IN MODO CORRETTO
Si ricordi che qualsiasi eventuale tolleranza non comporta mai la rinuncia al diritto, per cui il titolare può sempre decidere di agire con voglia di giustizia.
Per concludere, affidatevi sempre ad una etichetta discografica con esperienza nel settore, prima di utilizzare campionamenti nei vostri brani chiedete sempre consiglio al vostro discografico ed editore. Questa semplice operazione può farvi risparmiare tanti problemi.
Ma cosa principale affidatevi a persone che conoscono la materia e non sono improvvisati.
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In questo articolo, daremo una serie di consigli su come inviare una email ad una Etichetta Discografica, ma soprattutto faremo chiarezza sugli errori da evitare per non perdere l’opportunità di essere letti ed ascoltati, anziché cestinati alla prima occhiata.
Innanzitutto bisogna che siate più che convinti che quello che state per inviare sia un brano che vi soddisfa al 100% e che avete fatto tutto per rendere la vostra traccia in linea con la qualità del mercato in cui volete inserirvi.
Selezionate accuratamente le etichette alle quali inviare il vostro DEMO in base al genere prodotto.
Se non conoscete personalmente il genere della Label INFORMATEVI.
Vi piace come questa o quella Etichetta Discografica promuove i propri lavori e gli artisti che tratta? Bene a questo punto consultate il sito internet o la pagina Facebook nelle quali vengono spiegate le modalità di invio ed eventualmente se vengono accettati brani del Vostro genere, è inutile sprecare tempo inviando un brano EDM ad una Label che si occupa di musica Latina.
CONTROLLATE SEMPRE PRIMA DI INVARE UN VOSTRO PRODOTTO.
Questa operazione vi darà già una prima scrematura, in seguito scegliete con cura quelle che vi interessano maggiormente e concentratevi solo su quelle.
Selezionate le Vostre 5/6 Labels preferite ed incominciate da quelle.
NON É PROFESSIONALE MANDARE 1000 MAIL DELLO STESSO PRODOTTO e nello stesso momento. Nel caso due etichette vi rispondessero, perché interessate alla pubblicazione, sareste costretti a dire ad una di loro che avete già dato la vostra traccia ad altri, questo solitamente diventerà per voi un boomerang negativo nel caso vorreste rimandare altre produzioni a quella Etichetta Discografica, probabilmente non riceverete più alcuna risposta … GLI A&R HANNO UNA MEMORIA DA ELEFANTE.
SCRIVETE CHIARAMENTE NELL’OGGETTO DI COSA SI TRATTA, nel testo poi scrivete una breve presentazione di chi siete e di cosa avete inviato, evitate autocelebrazioni ma siate il più professionali possibile.
Scrivere in modo educato e corretto è già un primo ed importante passo per farsi leggere ed ascoltare.
Chi riceve centinaia di demo ogni giorno cancella in modo sistematico le email che non hanno queste caratteristiche.
Scrivere ad esempio in Inglese quando la Label è Italiana o viceversa, risulta dire che non sapete a chi vi state rivolgendo.
Tutte quelle mail che contengono solo un link senza alcuna spiegazione o presentazione SONO INUTILI, dopo tanti anni di lavoro nella discografia si diventa molto selettivi e queste piccole cose possono fare la differenza.
Fornire dettagli come i vostri contatti Social e di cosa vi occupate è importante, ricordatevi che un buon posizionamento nei Social e un buon numero di followers (originali … siamo nel 2020) invoglia sicuramente l’ A&R di una Etichetta Discografica a prendervi in considerazione.
Scrivete di eventuali collaborazioni con altre etichette.
Abbiate cura di inviare la traccia finita e masterizzata, nel caso la vostra attrezzatura non fosse sufficiente per fare un buon lavoro di mastering, affidatevi ad uno studio professionale esterno, sul web potete trovare ottime soluzioni a prezzi veramente bassi.
Il brano deve essere già pronto per essere pubblicato, mai commettere l’errore di scrivere una email dicendo “ti invio questo progetto, deve essere ancora ultimato ma nel caso ti piacesse possiamo finirlo assieme” o altre sciocchezze di quel tipo.
Non inviate mai un file .mp3 o, ancora peggio, file .wav nella email , la cosa migliore è inviare un link privato di Soundcloud oppure, nel caso non abbiate ancora un profilo Soundcloud (questo è il momento giusto per crearlo), inviate un file wetransfer o Dropbox.
Concludete quindi l’email dicendo che attendete un feedback anche negativo.
Eccovi un esempio di email da inviare ad una Casa Discografica:
Inviate la email, attendete qualche giorno poi eventualmente inviate un reminder, nel caso non riceviate alcuna risposta andate oltre e mandate la vostra email all’altra Etichetta Discografica in scaletta e così via fino a quando non avrete ricevuto un feedback.
Andate per eliminazione scendendo nella vostra classifica di preferenze inviando le email con calma, avete messo impegno e tempo nella realizzazione del brano non sprecatelo per la fretta di concludere questa fase di ricerca.
Nel caso qualcuno vi rispondesse chiedendovi alcuni cambiamenti o miglioramenti sulla traccia, prendete questa occasione per cominciare ad instaurare un rapporto di reciproca fiducia, è già molto difficile ricevere una risposta e se un A&R decide di rispondervi con dei consigli potete solo ringraziarlo e cercare di migliorare il vostro prodotto.
La cosa migliore per un produttore è trovare una propria “casa” dove crescere e sviluppare il lavoro con un progetto.
Le etichette non amano troppo i produttori che pubblicano brani con tante concorrenti, non avendo la certezza di dar seguito alla collaborazione difficilmente faranno investimenti sul vostro profilo artistico preoccupandosi del fatto che può essere uno spreco inutile di energie di tempo ed economiche.
Per questa ragione molti contratti hanno la clausola dell’esclusiva sul nome Artista e la garanzia di un Follow Up, ma di questo parleremo nell’articolo dedicato alla fase contrattuale.
Come in tutte le cose serve tempo e perseveranza , non abbattetevi nel caso non arrivi nessun feedback positivo, passate alla prossima produzione cercando di migliorare sempre.
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Come utilizzare Tik Tok per promuovere la Musica e sfruttare questa nuova piattaforma.
Social, Social e ancora Social… se pensavate di aver risolto i problemi imparando ad usare il vecchio Facebook ed il più recente Instagram per cercare di promuovere la vostra musica vi siete sbagliati di grosso.
Infatti il web, appena prendi confidenza con una cosa, è subito pronto a scaraventarti in un’altra dimensione e, per rimanere a contatto con le nuove generazioni che chiaramente non si riconoscono nelle vecchie app, siamo costretti ad aprire la nostra mente alle novità.
Quindi cerchiamo di capire subito come utilizzare Tik Tok per promuovere la musica.
Non facciamo gli snob dicendo Tik Tok è per ragazzini, molti dicevano che Instagram era solo per postare foto e adesso è diventato indispensabile esserci.
Quindi mente aperta e avanti tutta.
Ed eccoci a parlare di Tik Tok, lo facciamo adesso prima che diventi troppo nazional popolare, prima che sia intasato come Instagram e che tutti i vostri competitor arrivino prima di voi.
Nato da qualche anno in Cina (2016) fondendosi con la App Musical.ly dalla quale ha copiato ed ereditato quasi tutto, ha raggiunto in breve tempo milioni di utenti diventando la App più scaricata su App Store a livello mondiale per il quinto trimestre consecutivo, come confermato dagli ultimi dati di Sensor Tower (negli States oltre 65 Milioni di utenti al momento).
In Italia i numeri cominciano ad essere interessanti (si parla di circa 3 MLN ma in continua crescita esponenziale) e chiaramente anche l’utente medio di Tik Tok inizia ad essere interessante a livello commerciale.
Infatti i grandi marchi e i personaggi pubblici si stanno velocemente avvicinando a questo social innovativo che ha la maggior parte di iscritti sotto i 18 anni e il 65% di presenza femminile.
Noi che viviamo di musica non possiamo fare a meno di rimanere sempre aggiornati e cercare di avvicinare il pubblico il più possibile alle nostre creazioni e ad allargare la nostra fan base.
Come utilizzare Tik Tok per promuovere la musica, lo potete fare veramente in 1000 modi diversi, Tik Tok è nato per la musica e per far interagire gli utenti con la Musica.
Per prima cosa spieghiamo che Tik Tok non è altro che una sorta di evoluzione di Instagram mettendo nel Feed le Stories di 15” o 30” e non facendole scomparire dopo 24 ore.
In pratica le vostre Stories rimangono per sempre nel feed.
In queste mini stories potete fare ciò che volete, potete seguire le Challenge lanciate da Tik Tok ogni settimana, oppure avere un approccio più professionale e cominciare a narrare la vostra vita da artista facendo mini video con la vostra musica.
Molti utilizzano i video delle stories di Instagram e li adattano a Tik Tok, praticamente con un contenuto lavorano su due piattaforme differenti.
Come sempre la creatività vince su ogni cosa
Quando per la prima volta vi trovate a guardare Tik Tok ed i video caricati, vi chiederete :
ma che ca..o sto guardando?
Poi piano piano questa nuova forma di intrattenimento comincia ad interessarvi e a quel punto il vostro cervello da artista deve cominciare a capire come utilizzarlo al meglio.
All’inizio Tik Tok mostra subito una serie di video a caso e fa sì che una sorta di intelligenza artificiale registri le vostre preferenze. Poi inizia a inviare immediatamente notifiche giornaliere.
I gruppi di seguaci che si creano su Tik Tok, infatti, non sono stabili, ma i follower cambiano in continuazione e si evolvono cambiando completamente il concetto di following.
Con la App Tik Tok potrete :
Creare in modo facile brevi video musicali.
Condividere la tua musica.
Aggiungere in modo facile ai tuoi mini video brani musicali ed effetti speciali.
Trovare ispirazione per i tuoi videoclip dai video degli altri utenti.
Usare emoji e tantissimi filtri facciali.
Utilizzare strumenti di editing per i vostri Video.
Fare live streaming usando anche i filtri.
Il tutto chiaramente gratuitamente.
Se la vostra musica è rivolta ad un pubblico giovane non potrete fare a meno di essere a breve su Tik Tok, a questo punto la scelta è vostra, arrivare adesso e cercare di carpirne i segreti oppure accodarsi ed arrivare dopo.
Io nostro consiglio è quello di creare dei mini-video di presentazione del vostro brano, dove potrete far ascoltare alcune parti o farvi vedere in studio in fase di creazione.
Creare delle storie dove si può vedere l’evoluzione del vostro lavoro.
Arrivare in prossimità del lancio del brano facendo vedere la copertina e indicando la data di uscita.
Chiaramente come sempre l’interazione la fa da padrona, quindi dovrete cominciare a seguire le persone del settore cercando di commentare e di partecipare il più possibile, alla fine la storia si ripete con modi e strumenti diversi ma la logica dei social rimane molto simile.
Prima di concludere questo primo approccio al mondo di Tik Tok dobbiamo ricordare che ormai quasi tutti gli aggregatori internazionali inviano la musica caricata anche alla piattaforma in questione.
Quando licenziate un vostro brano ad una Label informatevi se il caricamento verrà fatto anche su Tik Tok.
In questo modo voi e tutti gli altri utenti potrete utilizzare il brano come colonna sonora dei video cercando di farlo diventare virale invitando i vostri follower a fare i loro video con in sottofondo la vostra musica.
Bene, a questo punto non potete più ignorare l’esistenza di Tik Tok quindi, iniziate a fare i vostri mini Video e taggate anche noi di@jayworkmusic.
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